Col di Lana

Col di Lana

Col di Lana

Il Col di Lana, alto 2452 metri, è il monte più famoso del nostro territorio, sia per il valore paesaggistico che per l’importanza storica. E’ infatti centrale rispetto a importanti gruppi dolomitici, quali Tofane, Sella e Marmolada, e sulla sua vetta ci si trova su un punto di osservazione privilegiato tra Dolomiti Occidentali e Dolomiti Orientali. E’ stato, inoltre, teatro di aspri combattimenti tra truppe italiane e austro-ungariche durante la Grande Guerra.

Anche per il Col di lana esiste una guida storico-sentieristica, edita dal CAI nella collana “Camminare Osservare”, intitolata appunto “Col di Lana” e il cui autore è Gilberto Salvatore.

La cima si può raggiungere provenendo da quattro diverse direzioni: da sud partendo da Pieve di Livinallongo, da est partendo dalla frazione Castello, da nord provenendo dalla sella Sief, da ovest dalla frazione Corte. Sono percorsi che offrono scorci  molto diversi fra di loro, ma estremamente interessanti sia per la vista che offrono che per i resti degli avvenimenti bellici.

Partendo da Pieve, si può giungere in macchina fino al parcheggio di Palla. Da qui, seguendo il sentiero CAI 21/a, il dislivello è di 776 metri e si raggiunge la cima in tre ore circa. Si segue dapprima una strada sterrata che corre in mezzo al bosco; al Pian de la Lasta, dove si trova un ex-rifugio, si può continuare sulla strada sterrata oppure deviare a sinistra sul sentiero che percorre il “Bosco dell’Impero”. Entrambe le vie portano al Plan de la Chicia. Si sale fino a Ciadiniei ( importante postazione austro-ungarica chiamata Panettone dagli italiani e Infanteriestellung dagli avversari). Si giunge poi ad un caratteristico salto roccioso chiamato “Cappello di Napoleone”. Da qui la salita si fa più erta fino alla vicina vetta, caratterizzata dal cratere della mina. E’ presente una cappella commemorativa e un bivacco. Il panorama è grandioso.

Partendo dalla frazione Castello di Andraz, la salita presenta un dislivello di  726 metri e il tempo necessario è sempre di circa tre ore. Si sale su sentiero CAI  21/b dentro il bosco fino a raggiungere la forcella Ciamplò. Qui arriva il “Teriol Ladin”, che si deve seguire per un buon tratto salendo a zig-zag un vecchi sentiero militare italiano fino allo Spiz de Cenglei, dove si trova la “ridotta Lamarmora” (quota  2221). Si continua a seguire il Teriol Ladin fino alla postazione denominata “Fortino austriaco) a quota 2250. Qui lo si abbandona per percorrere il ripido crinale orientale del Col di Lana, costeggiando la Pala del Om, e in breve si arriva alla vetta.

Per giungere da nord alla vetta del Col di Lana, si può partire indifferentemente dal Passo Valparola o da Pralongià, percorrendo in un verso o nell’altro il sentiero CAI n. 23  che corre alla base della parete sud dei Settsass. Il dislivello è di 284 metri provenendo da Valparola e il tempo è sempre di tre ore circa. Alla Sella Sief, si prende il sentiero 21/a che scende dalla cima del Col di Lana. Si sale il costone settentrionale del monte Sief dentro trincee e camminamenti austriaci recentemente restaurati. Giunti sulla vetta del Sief, il sentiero continua, in parte attrezzato, dentro il cratere della grande mina austriaca della’autunno 1917; risale poi il Dente del Sief  e prosegue poi verso la cima del Col di Lana passando attraverso quota 2387 – Caposaldo di Cresta.

Si può infine arrivare alla cima del Col di Lana partendo dalla frazione di Corte, sul versante occidentale del monte. Il dislivello è di 851 metri e, ancora una volta, sono necessarie tre ore di tempo. Posteggiata l’auto in località Lasta, prima dell’abitato di Contrin si prende a destra il sentiero 21/c su strada silvo-pastorale (quota  1710  metri). Si continua in salita fino al Col de la Roda la cui cupola boscosa rimane a destra. Si continua a salire, prima in tratto boscoso e poi in superficie erbosa, tra resti di trincee e postazioni. Incrociato il Teriol Ladin, si continua a salire sul costone occidentale del monte Sief in salita leggermente più ripida. Ovunque resti di camminamenti, trincee e rifugi sprofondati. Si arriva infine a Cima Sief e da qui si continua come descritto per il sentiero che giunge da nord.

Per le vie di ritorno, sono possibili diverse combinazioni, o scendendo per le vie percorse all’andata o combinando con gli altri percorsi, sfruttando il Teriol Ladin.

Project Description